Roger Waters, Verona 4 Giugno 2006

La band: Andy Fairweather-Low, chitarra; Snowy White, chitarra; Dave Kilminster, chitarra e voce; Graham Broad, batteria; Jon Carin, tastiere; Harry Waters, hammond; Ian Ritchie, sax; Katie Kissoon, PP Arnold e Carol Kenyon, cori. Finalmente Roger Waters risale sul palco come musicista impegnato a suonare, e non come fugace apparizione della data di Roma per l’opera “Ca-ira”. Onestamente lo scenario di questa prima data italiana del suo tour l’ha voluta fare in un luogo davvero particolare e coinvolgente a livello spirituale… l’antico anfiteatro dell’Arena di Verona.
Ore 19.30 io ed il carissimo amico Mirko entriamo nel catino dell’Arena, ed avendo posti in quarta fila, come si suol dire ce la siamo presa con molto comodo. Accedendo all’interno si può subito ammirare l’enorme palco, il quale apparentemente non ha nulla di sfarzoso, ma poi in un secondo tempo si scoprirà pieno di effetti di luci e di fuochi da lasciare a bocca aperta gli spettatori. Questo tour è davvero particolare ed atteso, almeno da me, per il semplice motivo che verrà eseguita l’intera opera immortale di “Dark Side”. Onestamente nel mio cuore sono un po’ scettico per questa esibizione, per il semplice motivo che senza il buon vecchio Gilmour come “suonerà” “Dark Side”? Logicamente non voglio innescare polemiche e tanto meno schierarmi da un lato o dall’altro, ma penso che fare dei paragoni viene subito naturale, almeno a vecchi fan come me che sono cresciuti all’ombra del prisma ottico. Alle 21.30 si spengono le luci e tra fuochi artificiali ed immagini proiettate sul maxi schermo, inizia la serata. Roger da il benvenuto con il classico brano di che già nel 2002 usava per iniziare le sue serate: “In The Flesh”. Nella prima parte esegue svariati brani appartenuti a quelli che una volta erano chiamati Pink Floyd: degni di nota da segnalare: “Sheep”; “Set The Controls”; “Shine On” (con tanto di immagine di Barrett!) ed “Have A Cigar”. Egli ha persino rispolverato dei brani provenienti da “The Final Cut”! Poi esegue una bellissima “Perfect Sense”, la quale fa venire la pelle d’oca per la maestosità della realizzazione. La band per la maggior parte è quella che lo aveva già accompagnato nel tour del 2002, perciò musicisti già rodati.
Dopo circa 10 minuti di intervallo, atti ad installare il classico cerchio floydiano, si iniziano a sentire i battutiti cardiaci i quali stanno ad introdurre “Dark Side”. Rivisitato, almeno dal punto di vista di alcuni nuovi filmati, la band esegue quasi alla perfezione l’intero disco, a parte qualche piccolo errore di battute musicali (sono uomini e non juke box!). La voce di Dave Kilminster si avvicina parecchio a quella di Gilmour, e adesso posso dire che il fatidico esame è stato brillantemente superato. L’unica nota da segnalare è il suono della sua chitarra, il quale non è pulito e cristallino come siamo normalmente abituati ascoltare; ma esso è molto sporco con un leggero effetto di distorsore. Spicca su tutto la grande versione di “The Great Gig In The Sky” e di “Eclipsed”. Al termine di Dark Side in mezzo ad un’ovazione maestosa e alla standig ovation dei presenti, i musicisti lasciano il palco per poi tornarci pochi istanti dopo per i fatidici bis nei quali non poteva mancare la classica “Comfortably Numb”, seguita dai brani “Bring The Boys Back Home” e “Vera”, un pizzico di alienazione watersiana stavolta usata contro Bush e Blair. Waters sembrava molto a suo agio con il pubblico che ha ringraziato parecchie volte in italiano. Ogni tanto si dirigeva ai lati del palco quasi a voler stare il più vicino alle persone. Invecchiando mi è sembrato nettamente migliorato, per fortuna non ha sputato in faccia a nessuno… mentre uno del pubblico gli stava scattando una foto lui lo ha guardato e gli ha fatto le boccaccie… il lupo perde il pelo e non il vizio! Una cosa la devo assolutamente dire a Waters: “Perché non hai fatto i tour program? Avevi forse paura che non avessimo Dollars and Cents Pound Shelling and Pen?” In tutti i casi, anche se la cronaca della serata non è dettagliata nei minimi particolari, la mia personale sensazione di questo concerto è davvero molto positiva, davvero soddisfatto di questa GRANDE serata. Come mia consuetudine vorrei dedicare questo mio articolo e anche questa mia serata ad una persona molto speciale, la quale non ha potuto assistere ma lei sa benissimo che era presente nel mio cuore…

Luciano Cassulo