Articolo di Renato Tortarolo apparso su Il Secolo XIX del 21 giugno 2006

GILMOUR: “IL MIO FUTURO IN FAMIGLIA SENZA NOSTALGIA PER I PINK FLOYD”
La voce è quella profonda degli eroi pronti alla resurrezione dei Pink FIoyd. Quella di Roger Waters marcava le paure, quella di David Gilmour, sempre la speranza, la ribellione. Lo sguardo, di un profondo azzurro, inchioda un punto di lato, mentre la sua chitarra disegna arazzi dove le battaglie campali sono con noi stessi. Gilmour, 60 anni, che la battaglia per i Pink Floyd l'ha vinta quasi vent'anni fa, ora è una leggenda che viaggia da sola. E che il 2 agosto si esibirà a Santa Croce, Firenze, e il 4 e 5 in piazza San Marco a Venezia. Ma non c'è nessuna nostalgia. Il passato non ritorna.
Da anni tutti le chiedono se riunirà i Pink Floyd. Lei avverte questa pressione?
«È naturale che ci pensi, ma non ha un gran significato nella mia vita. Non ne parlo spesso. Il passato è stato bellissimo, ma ormai faccio scelte diverse. Sarà un po' egoista, non lo nego, ma la penso così».
Lei porta in tour il nuovo album "On An Isiand": è una risposta ai suoi fan?
«No, è la miglior espressione del mio lavoro. Posso farmi ispirare da qualsiasi aspetto della realtà, ma devo stare bene. Naturalmente scrivi di cose che abbiano un senso, che significhino qualcosa per te: lo stato del pianeta, l'amore, la solitudine, tutti temi sui quali di solito i musicisti fanno canzoni. E qui tornano i Pink Floyd: sono stati la mia vita, indimenticabile, e provo un grande rispetto per quello che ho fatto con loro, ma il mio futuro è un'altra cosa».
Come spiega, allora, il successo di "Dark'Side Of the Moon" dopo trent'anni?
«Credo sia stato un ottimo disco: tanta gente c'è cresciuta insieme. Indubbiamente, io e Roger Waters abbiamo fatto un'opera ricca di talento, che suona moderna ancora oggi. Anzi, direi senza tempo».
Cosa prova, invece, a essere stimato da più generazioni?
«Mi lusinga, ma non ho idea di come nasca questo affetto. Io provo solo a fare musica che crei emozioni, che abbia una profondità, che sia anche un po' intelligente. Probabilmente questo seguito di fan è perché la mia musica, quella con i Pink Floyd, ha accompagnato praticamente un'intera generazione, l'ha vista crescere e invecchiare. E si sta ripetendo anche per i più giovani».
C'è chi la paragona a Bob Dylan, che rifiuta ogni tipo di condizionamento.
«Qualsiasi accostamento a Bob mi onora. Comunque, non ci troverei nulla di sbagliato se un artista, e il primo al quale deve piacere la mia musica sono proprio io. Se succede, può piacere alla gente, e se piace alla gente fatalmente toccherà ciascuno di loro. È così che funziona l'arte. Con la speranza di portare sempre il pubblico nel mio viaggio».
Chi impara a suonare la chitarra elettrica, difficilmente cerca di imitarla: dicono che è praticamente impossibile.
«Non so se sia vero o no. Certo, ho un sound particolare, non ho idea di quello che accade e perché, ma cerco di farlo piacere. Comunque, non ci troverei nulla di sbagliato se un musicista serio cerca di copiarmi, se può imparare qualcosa. Quando ero giovane, praticamente copiavo chiunque».
Dieci anni fa, lei dedicò “On The Turnig Away” ai più deboli della terra. Lo rifarebbe?
«Certamente, lo canterei ,ancora. Ci sono tanti motivi per lanciare appelli a una nuova coscienza sociale, specialmente in un mondo ricco».
Lei è otto volte padre; sua moglie Polly Samson le scrive i testi delle canzoni: la famiglia è importante?
«La correggo: è la cosa più importante, insieme agli amici e la vita stessa».
Quindi lavorare con Polly è anche sentimento?
«Sì, esatto, anche perché è un'ottima scrittrice, e amandomi capisce quello che voglio dire. E lo esprime meglio di me. Pensi, sono arrivato alla conclusione che è la miglior compagna di lavoro che ho mai avuto: eppure l'ho fatto tutta la vita con i Pink Floyd. Ma con Polly è molto diverso: cantare quello che scriveva Waters voleva dire quello pensava lui, non io».
Eppure, un anno fa a Live 8 siete tornati insieme.
«Avevamo provato tante emozioni belle insieme, era giusto rappacificarci. Essere in pace con il nostro passato. Ma proprio tutto questo tempo scivolato via mi dice che non avrebbe senso ripetersi».
È vero che a fine tour le si concede una vita segreta?
«Direi privata, come la sua. Ma non ha nulla di così segreto. Soltanto non merita di finire sotto i riflettori».
Il lO luglio uscirà il dvd "Pulse" sull'ultimo show dei Pink Floyd. A Natale quello del suo tour solista.
«Credo siano esperienze che meritano di essere ricordate. Alla mia età puoi scegliere. E io, finalmente sono un uomo tranquillo, soddisfatto di quello che fa».