The Wall : 26 Luglio 2013, Padova

Finalmente io e Mirco C. (compagno di concerti e grandissimo amico che ringrazio per le bellissime giornate trascorse assieme) siamo arrivati al grande evento di questa caldissima e afosa estate con tanti chilometri da fare per arrivare in quelli di Padova per assistere al “The Wall live 2013”. Saldando i vari preamboli del caso, cioè viaggio, caldo, sudore e chi più ne ha ne metta,vorrei subito buttarmi nel commentare questa serata. La prima cosa che colpisce di tutto questo grande show sono le innovative immagini, proiettate dai 19 proiettori, usate per commentare e dare vita ai vari brani del disco, davvero meravigliose! Bellissime le inquadrature mostrate sul muro, alto 12 metri e lungo 150, dove ritraevano Waters e alcuni componenti della band mentre si esibivano. Tutti i filmati sono completamente differenti da quelli usati per gli spettacoli del 2011, e qui la prima e grande novità!Ma la vera e sorprendente sorpresa arriva con la musica: rifatti tutti gli arrangiamenti dei brani i quali sono molto più particolari, signorili, e raffinati e davvero grandiosi, io penso che meglio di così non si poteva fare! Insomma per uno come me che aveva già assistito alle serate di aprile e di luglio del 2011 ad Assago, questa serata mi ha emozionato e coinvolto come se fosse la prima volta che assistevo al concerto di “The Wall”. A commento di tutto questo spettacolo mi verrebbe da dire che il titolo di questo nuovo tour potrebbe benissimo essere stato “The Wall Rivisited”.Ma le sorprese non finiscono qui. Roger Waters ha ringraziato in italiano, i 46 mila presenti effettivi, esordendo così: “Ciao Padova, benvenuti, sono molto felice di essere qui. Voglio ringraziare i bambini con un applauso generale, (riferito alla scenografia su “Another brick Pt. 2”) siete starti grandi. Voglio dedicare questo brano a Jean Charles de Menezes e alla sua lotta per la verità e la giustizia, e per tutte le vittime del terrorismo di stato di tutto il mondo. Non vi dimenticheremo”. E poi commosso ha iniziato il brano “Mother”.
Per dover di cronaca c’è stato anche un piccolo incidente tecnico: mentre cantava il brano “Nobody Home” il microfono ha iniziato a fare le bizze, gracchiando per poi morire del tutto. Non voglio immaginare quando è sparito dietro le scene cosa sia successo e cosa abbia detto al povero tecnico del suono.
Un piccolo commento personale: quando il famoso maiale ha volteggiato sulle teste dei presenti, ed è stato fatto scendere sino al punto che le presone hanno potuto benissimo prenderlo. Ho notato un tale accanimento da parte dei presenti che alla mia memoria è apparsa l’immagine di uomini primitivi che circondavano e uccidevano il povero malcapitato animale e lo facevano con smisurata e primitiva violenza.Waters mi è apparso molto invecchiato, e quando alla fine del brano “Outside The Wall”, ha lasciato il palco mentre veniva proiettato il primo piano del suo viso sull’immenso muro, appariva affaticato e stanco, voglio immaginare che tutto questo sia stato portato solo dall’infernale caldo.
Concludendo questo mio reportage: grandissima serata trascorsa ad ascoltare un grandissimo Waters e una meravigliosa e maestosa esibizione di “The Wall”.

Luciano Cassulo