Floydseum – The Night Of Wonders -Venezia 20 Settembre 2014

Ho raccolto molto volentieri l'invito dell'amico Gian Luigi Soldi per una visita alla mostra che celebra i 25 anni anni del famoso concerto che i Pink Floyd tennero nella città lagunare esattamente il 15 luglio 1989 e che fu trasmesso in diretta da centinaia di emittenti televisive (RAI compresa) creando un evento nell'evento.
Certamente, più che l'importanza culturale, il concerto viene ricordato per la marea di polemiche che ne seguirono, con le immagini di una Venezia trasformata in immondezzaio, ma di questo non è il caso di dilungarsi perché sono già state spese troppe parole. Il tempo rispecchiava l'estate 2014, freddino e piovoso, ma ho scoperto che Venezia trasmette un fascino suggestivo anche nelle cupe giornate pre-autunnali. Così a metà mattina, dopo avere costeggiato a piedi la zona del porto e ammirato alcune imponenti navi da crociera ormeggiate, giungo nei pressi della chiesa di Santa Marta dove trovo ad accogliermi un clone di Algie, il maiale gonfiabile apparso per la prima volta sulla copertina di Animals tra le ciminiere della Battersea Power Station di Londra e che ha sorvolato stadi e arene in centinaia di concerti della band, e di Waters solista, dal 1977 ad oggi, la strada era quella giusta il fiuto floydiano non sbaglia mai! Giunto all'interno della chiesa, ora adibita a sala culturale, sento in sottofondo una musica famigliare, è l'audio del concerto veneziano, infatti in una camera separata, viene proiettato il video (non ufficiale purtroppo) trasmesso dalla RAI che molti di noi conosceranno sicuramente a memoria e avranno registrato dalla TV su VHS. Il vice-presidente dell'associazione Floydseum, Gian Luigi Soldi, mi accoglie con cordialità e mi affida nelle mani di Omar, uno dei volontari che si occupa di fare da custode e guida, che mi accompagna attraverso i due piani dell'esposizione, tra foto, articoli di giornale, memorabilia e le splendide opere di Stefano Bressani ispirate a The Wall e The Division Bell. Un particolare segnalatomi da Omar, che forse in pochi sanno, è che fino a poche ore prima del concerto, non avendo la certezza del nulla osta a partire dal comune di Venezia, rimasero issate in cima al palco due bandiere nere con un teschio da pirata a simboleggiare che la chiatta stava navigando abusivamente, numerose fotografie lo testimoniano. La visita richiede tempo, perché, oltre alle numerose e splendide fotografie da ammirare, ci sono parecchie testimonianze di chi quei giorni ha vissuto in prima linea, come il promoter Fran Tomasi, o di altri ospiti particolari, come Sir Oliver Skardy, il frontman del gruppo Pitura Freska che si fecero conoscere con il loro primo hit (Pin Floi) dedicato appunto a quella memorabile giornata, e che meritano di essere lette attentamente per capire cosa hanno significato quei giorni. Molti scatti dal backstage, dalla piattaforma che ospitò lo spettacolo e della folla accalcata in ogni spazio vitale concesso sulla terraferma, ragazzi appostati su monumenti, cornicioni, colonne di pietra in posizioni funamboliche, per fortuna non ci furono incidenti gravi in quei giorni e tutti se ne tornarono a casa incolumi. Numerosi furono anche gli spettatori che si godettero il concerto dal mare su numerose imbarcazioni. Il sottoscritto è stato anche testimone di un visitatore che si è riconosciuto in una fotografia della mostra, per lui è stata veramente una sorpresa in quanto non ricordava di essere stato fotografato, questo mi ha fatto capire il significato di quanto un evento culturale come questo, possa resuscitare ricordi e che non andranno mai più perduti. Una grande e coraggiosa iniziativa da parte dei membri del Floydseum, peccato solo per la posizione della location che risulta troppo decentrata, in una città come Venezia sicuramente avrebbe fatto molti più visitatori in una zona più centrale.
Ma poco importa, i risultati sono stati raggiunti e grazie anche al lavoro dei volontari come Omar e Gianni che hanno dedicato diversi mesi per seguire l'iniziativa, e soprattutto grazie a Gian Luigi per la gentilezza e la cordialità con cui mi ha accolto, per lui questa è solo una meta ma non il traguardo, bravi ragazzi, ottimo lavoro!

Renzo Drebertelli